sábado, 27 de julho de 2024

17° domenica comune - moltiplicare condivisione ed equitá perché nessuno muoia di fame

 Si, esistono miracoli! Un giovane generoso e libero dall’egoismo tipico degli adulti che mette tutto il suo capitale alimentare a disposizione di tutti, perché tutti possano saziarsi; un Maestro giudeo che non crede nel potere dei soldi per ‘comprare’ pane in supermercati dove solo chi ha denaro puó accedere, ma che Lui stesso lo distribuisce equanimamente e gratuitamente a tutti; una folla intera che capisce che mettendo in comune il poco o il molto che si ha si ottiene un avanzo di cibo-pane (12 cesti) sufficiente per sfamare l’intera umanitá, senza spendere soldi. Un banchetto eucarístico ridotto a freddo rito e che non si preoccupa con la fame degli invitati é pura alienazione e ipocrisia. Che l’eucarestia sia un rinnovato e permanente impegno reale e concreto per superare la fame e l’esclusione sociale dell’umanitá.


sábado, 20 de julho de 2024

16° domenica comune - Pastori empatici e compassivi per sconfiggere i lupi della violenza e dell'indifferenza

Ci consideriamo indipendenti ma senza la collaborazione di altri esseri non esistiremmo. Ci consideriamo emancipati ma senza l’appoggio, la vicinanza affettiva ed effettiva di amici e famigliari saremmo trottole la cui vita ha perso valore. Ci sentiamo potenti ma abbiamo la necessitá di essere capiti, protetti, accolti e amati. Il vangelo domenicale ci invita a vincere l’indifferenza e la mancanza di empatia ed essere persone cariche di compassione. Persone che si fanno carico di altre persone abbandonate a se stesse, senza affetti e diletti. Aver cura di tutti coloro che sono stati scaricati dai falsi pastori-curatori e vagano in cerca di um ovile umano che li protegga e difenda. Oggi la sensazione di essere in balia di noi stessi, di essere soli nel cuore della terra trasforma la vita in disperazione e senza senso. É urgente assumere la missione di essere pastori empatici e compassivi.

sábado, 13 de julho de 2024

15° domenica comune - O si esce dalle sagrestie e dai templi o non si liberano gli schiavi dal potere degli 'spiriti impuri'

 Con i tempi che corrono molti pensano che si puó annunciare la buona novella usando solamente i sofisticati mezzi tecnologici moderni, efficaci e convincenti. Si pensa che il contatto diretto, personale, stretto e presenziale sia ormai scaduto e dispensabile. Molti ignorano che annunciare non é convincere qualcuno su qualcosa e nemmeno realizzare lavaggi cerebrali spirituali o teologici. Secondo il vangelo di oggi tuttora valido, nonostante le trasformazioni sociali e culturali, l’annuncio richiede la presenza dell’annunciatore che visita, che sta con le persone e che libera. L’obiettivo infatti é eliminare gli spiriti immondi che schiavizzano e che minacciano la vita, affinché la persona, uma volta libera, si metta a servizio del nuovo modo di governare di Dio. E il metodo da seguire per essere credibili rimane sempre lo stesso: semplicitá di mezzi e di vita, rispetto per la libertá delle persone, senza insistere o pressionare, accettare ció che é offerto e andarsene da un’altra parte se non ci sará accoglienza. Annuncio é proposta di vita e non indottrinamento, é testimonianza e non minaccia di castigo divino. É il povero, il piccolo, l’invisibile che libera il povero e il dipendente. Solo loro per capire e lottare contro coloro che vogliono ancora morte, sofferenze e schiavitú.

sábado, 6 de julho de 2024

14° domenica comune - Apriti al tuo vicino che pensi di conoscere e scopri la ricchezza umana che c'é in lui


Gesú ritorna al suo paese, dopo il battesimo, trasformato e irriconoscibile. I suoi compaesani e famigliari non capiscono e non accettano che uno come loro possa parlare con autorevolezza, e meglio ancora dei loro profissionisti scribi. I suoi compaesani vivono ingessati nel loro modo ottuso  di vedere le cose e le persone. Non ammettono e non tollerano che un semplice falegname che ha sempre convissuto tra di loro possa esibire saggezza e conoscenza rompendo i consolidati e tradizionali schemi mentali e sociali. Invece di gioire e di rimanerne orgogliosi si scandalizzano! Purtroppo é troppo frequente anche oggi nella chiesa e nella societá l’incapacitá di ammettere la possibilitá che ogni persona ha di cambiare sempre, e cambiare in meglio. É come se qualcuno fosse nato solo per servire e un altro per comandare, uno per insegnare e un altro solo per imparare. La chiusura mentale e l’intolleranza ci portano a non vedere e a non apprezzare il bello e il buono che esiste in ogni persona, principalmente in quelle che noi pensiamo di conoscere ma che, spesso, giudichiamo incapaci e limitate. Perdiamo cosí veri tesori umani capaci di scuoterci e rinnovarci.