Siamo persone in permanente cammino, anche quando siamo fisicamente costretti a fermarci. A volte vorremmo camminare insieme agli altri, ma siamo messi ai margini della strada e incapaci di seguire lo stesso cammino. Possiamo anche,autonomamente, scegliere una strada diversa rispetto agli altri, ma come possiamo scegliere quella che riteniamo che sia la migliore se non siamo in grado di vedere le diverse opzioni? Dobbiamo liberarci del sopracarico di ogni tipo che abbiamo ereditato dalla nostra formazione, e guardare la vita e le persone con occhi nuovi! Il Timeo cieco del vangelo di oggi ci rappresenta fedelmente quando accorgendoci di essere esclusi, non ci rassegniamo e cominciamo a gridare, a disobbedire al “senso comune” e a rivendicare la piena partecipazione di Colui che può sostenerci nel nostro desiderio di camminare consapevolmente ed autonomamente. Non è Gesù a compiere il 'miracolo', ma la fede della persona stessa quando scopre che la sua cecità ed emarginazione non è volontà divina, ma un'imposizione di tanti che pensano di vedere e di 'camminare per la retta via'... Ecco perché Timeo getta via il mantello del suo passato di dipendenza e di cecità e si mette sulla strada di Gesù, e non quella dei suoi aguzzini!
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