sábado, 26 de abril de 2025

Ottava di Pasqua - Il 'mio Signiore e mio Dio' si scopre nella cura ai feriti e crucificati dell'umanitá

Dobbiamo chiederci da che parte stiamo oggi: dalla parte di  Tommaso o dalla parte degli altri apostoli chiusi in se stessi, immobilizzati dalla paura di testimoniare. È urgente verificare se aderiamo a una chiesa dalle porte aperte e accoglienti o a una “istituzione religiosa pietrificata” con la porta girevole che seleziona i suoi clienti. È necessario stare dalla parte di Tommaso, e avere il coraggio, come lui, di fuggire da una chiesa trincerata nelle sue sacrestie che contempla e adora un Risorto incarcerato e ingabbiato, e senza avere il coraggio di contemplare e desinfettare le ferite dei crocifissi che vivono nelle nostre strade e piazze. Non può essere la chiesa del Risorto che afferma di aver ricevuto lo Spirito Santo che invia, ma che, contradditoriamente, rafforza le serrature delle sue strutture, dominata dal panico di essere perseguitata e di perdere potere e prestigio. Tommaso definito il “gemello” perché sembrava in tutto a Gesù, chiarisce che è necessario screditare una chiesa che afferma la sua fede nel Risorto nelle sue belle celebrazioni, ma che continua avere nausea di introdurre il dito/fede nelle ferite infette da un’umanità agonizzante. È lì che si trova “il mio Signore e il mio Dio”! È nella carità, nella cura e nella compassione per tanti feriti che possiamo ritrovare il Crocifisso di Nazaret!

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