"Mi trovavo davanti alla tomba di mia figlia come facevo ogni giorno alle 16:00 nel cimitero di Verona. Dopo aver sostituito i fiori e messo una nuova candela, stavo contemplando la foto di quel piccolo viso luminoso che all’età di 23 anni era stato cancellato da un camion nel centro della città. All1improvviso, inspiegabilmente, un pensiero apparve nella mia mente, quasi come una voce che sussurra nelle mie orecchie: “Tua figlia non è qui, tua figlia è molto di più che un cadavere, pensa bene...” Sentii un brivido che percorreva tutto il mio corpo che cominció a tremare in modo compulsivo e incontrollato. Ho cercato di calmarmi e mi sono chiesta come sarebbe mia figlia dopo sette mesi di morta. Immaginavo che, forse, aveva ancora alcuni dei suoi capelli biondi, i vestiti con i quali fu deposta nella bara e, mio Dio, il suo corpo atletico, senza muscoli, solo ossa, e il suo volto sarebbe senza carne, senza quei grandi occhi castani. Un teschio. Ho cominciato a fremere nuovamente in un misto di rivolta e paura. Non potevo accettare che mia figlia, giovane e piena di vita, giocosa, affettuosa, dedita ad organizzare campagne per raccogliere coperte e cibo con i suoi amici per i poveri della stazione, potesse essere, ora, un terrificante cadavere. Sono tornata a casa e ho deciso di visitare gli amici di mia figlia con mio marito, sapere dove erano, e cosa stavano facendo. Ho visto e sentito che la mia bimba che poco avevo conosciuto, continuava viva in loro, in quei giovani che non hanno mai smesso di distribuire coperte e amicizia. Mia figlia era lì, viva e attiva attraverso di loro, e non in una tomba in qualsiasi cimitero della città! Non sono mai piú tornata al cimitero, perché sapevo che lá era solamente il posto dei cadaveri e non il luogo dei vivi, o come dite voi cristiani, il luogo dei risorti!"
Nenhum comentário:
Postar um comentário