Carissima mamma ancora uma volta nella festa della mamma mi trovo oltre mare, e lontano fisicamente da te. Sembra una consuetudine ormai...nella nostra vita. Che vuoi farci? In mille modi mi hai fatto intendere che tu vuoi in primo luogo la mia felicitá, anche se ció significa vivere lontano fisicamente da te. In mlle maniere mi hai giá provato che quando mi hai dato alla luce, in quel difficile primo parto nel lontano 25 agosto del 1955 mi hai offerto alla grande famiglia umana. Forse, anzi certamente, non era questo che ti aspettavi da me. Le tue iniziali resistenze nell´accettare la mia scelta, - anche per i tristi avvenimenti che ci avevano colpiti, - si sono trasformate progressivamente in appoggi chiari e in una adesione esplicita alla causa che tuo figlio ha cercato di assumere: accogliere ed amare anche coloro che non appartengono alla nostra famiglia di sangue. E questo mi ha reso piú sereno e contento e mi ha aiutato ad apprezzare immensamente ancor di piú la tua rinuncia di avere vicino a te il tuo primogenito. Nonostante questa distanza che si potrae da molti anni abbiamo imparato a cosa vuol dire essere figlio ed essere mamma in queste circostanze. Alla nostra maniera, dato che abbiamo molte somiglianze, abbiamo frantumato le barriere che la distanza e l´assenza fisica a molti altri precludono il continuo flusso di affetto e amore. Tu mi conosci e sai che non sono mai stato uno che faceva grandi o timide dichiarazioni: ti te sé te che te voi ben ma adesso te lo scrivo publicamente! Basón grosso come l´oceano Atlantico e tégnete in forma parché a settembre festeggiarem el tô 80º! Auguroni!
Tô fiol Claudio
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